Secondo le credenze pagane durante la festa di San Giovanni, il 24 giugno, il Sole (fuoco) si sposa con la Luna (acqua). Da qui e dalla storia sacra derivano tutti i riti e gli usi dei falò e della rugiada, presenti nella tradizione contadina e popolare.
Nei giorni vicini al solstizio, il sole rinvigorisce la terra e introduce la nuova stagione piena di fecondità. Per celebrare queste forze e per non incorrere in eventi avversi, come malattie, siccità o tempeste si dà luogo a rituali propiziatori e purificanti tra cui quello dell'acqua di San Giovanni.
Ma capiamo meglio come si prepara.
Questo rituale viene di solito svolto in tre fasi:
- raccolta delle piante che vuol dire conoscenza e rispetto
- esposizione dell’acqua alla notte che indica abbandono e fiducia
- bagno con l’acqua che rappresenta purezza e rinascita.
Una volta raccolti erbe e petali, al tramonto del 23 giugno vanno adagiati in un catino colmo di acqua fresca, che va sistemato all’aperto in modo che possa ricevere il beneficio dei raggi della luna e della rugiada.
La mattina seguente si inizia la giornata con le abluzioni di questo infuso che nella notte ha raccolto sostanze e profumi inebrianti e freschi.
Al di là di credenze e riti, di storie e tradizioni, l'acqua di San Giovanni risulta un'eccezionale delizia e un piacere ineffabile.
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